L’inizio della fase 2 in questo periodo di emergenza è ormai vicino, con essa arriverà anche l’abitudine a dover indossare le tanto discusse mascherine, necessarie a proteggersi e proteggere chi ci sta intorno e recentemente al centro di una bufera per il loro rincaro e per la loro difficoltà di reperimento.
Oltre a ciò si aggiunge anche il fattore ambientale, dal momento che il tessuto filtrante che le compone, in quanto artificiale, non è ne riciclabile ne facilmente smaltibile, non a caso già ora l’impatto è stato pesante e imponente, con mascherine gettate per strada o addirittura in mare.
A fronte di tutto ciò, si pone quindi necessario interrogarsi sul come poter risolvere tutti questi problemi o quantomeno limitarli, ed ecco che cinque aziende bergamasche ci danno la risposta in un prodotto, una mascherina chiamata Bergamask.
Il nome è proprio azzeccato in quanto le 5 aziende che hanno concorso a progettarla, Stil Gomma Srl, Italian Form, Manzoni MP, Di.Gi. Stampie Pelletterie 2F, hanno sede a Bergamo e hanno impiegato solo 10 giorni per arrivare al prodotto finito.
La mascherina si compone di un’impalcatura in silicone con un diaframma anteriore in cui è possibile inserire con un semplice scatto a pressione un filtro della durata di un giorno composto da polietilene TNT, facilmente sostituibile.
Il corpo della mascherina ha tra l’altro nella matrice che lo compone delle inclusioni di ioni d’argento, comunemente conosciuti per la loro azione antibatterica che, accostata ad un trattamento in microonde effettuabile a casa, permette di rendere la mascherina battericamente sterile.
Il fatto che i filtri siano intercambiabili permette di abbattere i costi in termini economici e ambientali, dal momento che essi sono acquistabili in confezioni da trenta filtri (che consentono un mese di autonomia) al prezzo di soli 5 euro.
Il progetto da solo sicuramente ha un potenziale eccezionale, dal momento che risolverebbe uno dei problemi di maggiore spessore del periodo attuale.