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La riapertura delle scuole è solo un lontano miraggio. Nonostante diversi mesi ci separano dalla riapertura prevista per settembre, in molti si stanno già domandando quali saranno le precauzioni che verranno adottate. Già, perché la famigerata “fase3”, che prevede appunto la riapertura delle scuole, sarà una vera e proprio manna per il virus. Almeno secondo la Società Italiana Medici Pediatri (SIMPE), secondo cui il 50% dei bambini potrebbe sviluppare sintomi o rimanere del tutto asintomatica, fungendo da untori e raggiungendo il suo apice in autunno, in concomitanza con la riapertura delle scuole. Secondo Giuseppe Mele, Presidente SIMPE, verrà generato un caos difficilmente gestibile in concomitanza con l’arrivo dell’influenza di stagione, che poi spiega:

Senza interventi specifici, saranno dunque i bambini i veri untori da coronavirus, e quindi sarà fondamentale non solo riorganizzare gli spazi comuni e le classi, ma anche fornire ai pediatri del territorio, ai pediatri di famiglia, strumenti e presidi fondamentali nella ricerca di Covid-19 nell’infanzia e nell’adolescenza: dall’analisi sierologica, da confermare con il tampone, alla vaccinazione di massa con l’antinfluenzale, che consentirà di individuare subito i casi di Covid-19, evitando di confonderne i sintomi con quelli dell’influenza».

Il ragazzino Francese che fa ben sperare

In contraddizione con la tesi sopra riportata è la rivista Clinical Infectious Diseases che ha pubblicato uno studio in cui afferma che i bambini potrebbero trasmettere molto raramente il covid19. Lo studio prende in esame un bambino di 9 anni di Les Contamines-Montjoie in Alta Savoia, Francia. Il bambino, prima di venire a conoscenza di essere contagiato da covid19, ha continuato a frequentare ben 3 scuole ed un corso di sci. Il bambino aveva manifestato una bassa carica virale dopo otto giorni dal contagio.

Kostas Danis, autore dello studio in questione, ha fatto notare come il ragazzino dal giorno del contagio aveva frequentato ben 172 persone tra cui 112 alunni. Nonostante chiunque fosse entrato in contatto con il bambino sia stato messo in quarantena, i tamponi hanno rilevato zero contagi tra tutte le persone quotidianamente a contatto con lui. Secondo gli autori dello studio, quindi, i bambini non sarebbero una fonte importante di contagio di questo nuovo virus, proprio in virtù della loro bassa carica virale che riescono a mantenere. A questo punto possiamo solo sperare che la squadra di scienziati provenienti dalla Francia abbia ragione, altrimenti la “famigerata” fase3 e il ritorno alla normalità prevista per il prossimo autunno, potrebbe rilevarsi un terribile boomerang davvero difficile da gestire.

 

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