Con il termine NFC si intende indicare una tecnologia di comunicazione wireless a breve distanza. Nell’ideologia comune il limitato raggio d’azione dei microchip potrebbe non rappresentare un vero pericolo. Per gli smartphone, inoltre, un sistema di autenticazione e protezione agisce contro eventuali malintenzionati pronti ad attaccare i nostri conti in banca e le nostre carte. Ma gli scenari possono essere diversi ed esiste un seppur minimo rischio per quanto riguarda il furto di denaro.
NFC: ecco quando può diventare pericoloso
Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo fatto uso del sistema di comunicazione NFC Android, iOS oppure tramite la nostra carta di credito/prepagata. Risulta essere abbastanza comodo in quanto riesce ad interfacciarsi ad applicazioni e servizi tra loro eterogenei. In metro, ad esempio, consente di saltare la fila al tabaccaio passando i tornelli avvicinando semplicemente la parte posteriore del telefono al lettore digitale. Ma lo usiamo anche al bar per pagare un semplice caffè e nei negozi per la nostra spesa.
In tutte queste condizioni serve valutare pro e contro del’uso di tale tecnologia. Di fatto per operazioni comuni al di sotto dei 25 euro non è richiesta alcuna forma di autenticazione tramite impronte, PIN o altro segno biometrico/digitale. Ne va di conseguenza che un utente munito di lettore NFC potrebbe riuscire a prelevare tale ammontare con più operazioni azzerando il conto in pochi minuti. Basta un POS portatile e l’NFC acceso ed il gioco è fatto. Basta solo avvicinarsi alla vittima.
Proprio in ragione delle considerazioni precedenti milioni di persone hanno deciso di utilizzare portafogli con protezione RFID che blocca le frequenze di trasmissione del segnale wireless a dispositivi vicini. Per gli smartphone, inoltre, sarebbe buona norma disabilitare la funzione quando non è necessario utilizzarla. In definitiva è una funzione comoda e spesso indispensabile ma, come tutte le altre, bisogna saperla utilizzare coscienziosamente.