Il mondo dell’informazione pubblica sembra aver individuato un nuoco capro espiatorio: il 5G. Da diverse settimane ormai, le reti di quinta generazione sono teatro di fake news, paure infondate e proteste animatissime, alcune delle quali sono persino sfociate in atti vandalici veri e propri.
La mala informazione, ancora una volta, ha condotto molte persone a fare affidamento a fonti poco autorevoli e a credere, di conseguenza, che molti dei problemi attualmente in vigore siano delle dirette conseguenze del 5G. È innegabile affermare il contrario e sebbene alcune volte certi commenti siano serviti anche a ridere e a scherzare sulla cosa, la paura che il progresso tecnologico possa essere arrestato è molta, soprattutto da parte degli operatori nazionali che hanno investito miliardi di euro per le nuove tecnologie.
Appurato, dunque, che il 5G non è né la causa di magiche cervicali né della diffusione del Covid19, capire come mai questo nuovo standard non sia nocivo è persino più facile del dovuto.
La risposta a ogni dubbio fino a oggi trapelato risiede nelle ricerche scientifiche, le quali hanno analizzato le frequenze per capire che effetto esse abbiano sull’uomo. Affermando dunque che le attuali soluzioni residenti sulle onde a 700 e 3700 MHz non abbiano alcun effetto sulla salute dell’essere umano, anche un secondo elemento deve essere appurato: il 5G, in base agli studi fin’ora effettuati, risulta essere persino meno invasivo del 4G, nonostante la richiesta di maggiori antenne.