In questo periodo di lotta contro l’epidemia Coronavirus, anche i prezzi dei carburanti iniziano ad essere un argomento di interesse non solo per le istituzioni competenti ma anche per i cittadini.
In prima linea c’è come sempre l’associazione Altroconsumo (associazione per la difesa dei consumatori) che proprio in questi giorni sta combattendo una questione alquanto delicata. Il motivo di interesse è il prezzo della benzina o meglio dei carburanti. Infatti, l’organizzazione sottolinea il fatto che siccome il costo del petrolio si trova ai minimi storici anche il prezzo della benzina dovrebbe riscontrare una situazione simile. Invece, sembra essere tutto il contrario.
L’associazione Altroconsumo ha pubblicato da qualche ora alcuni dati per far rendere più chiara l’idea ai consumatori interessati.
“Il 1 aprile, in chiusura di giornata, il greggio è stato quotato 25,6 dollari al barile per avere un’idea più precisa di quanto il suo prezzo sia diminuito, basti pensare che dieci anni fa si attestava sui 108,28 dollari e, nel corso del decennio, il minimo è stato toccato nel gennaio del 2016 con 28,73 dollari al barile. Situazione che dovrebbe riflettersi anche sul prezzo della benzina alla pompa, eppure così non è. Una settimana fa il petrolio era quotato a 23,67 dollari al barile, equivalenti a 22,07 Euro: una contrazione pari al 64%”.
Altroconsumo prosegue dicendo che “Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, però, questa riduzione non si riflette in maniera proporzionale sui prezzi al consumo di carburanti. Il prezzo ha subito un calo evidente in tutte le regioni, ma siamo lontani dalle variazioni di prezzo registrate sulla materia prima in questo periodo. Il prezzo alla pompa ha subito diminuzioni che in nessun caso superano il 10%. Bisogna precisare che sul prezzo finale incide pesantemente la componente fiscale che, soprattutto per quanto riguarda l’accisa, è fissa”.