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Il progresso tecnologico, negli ultimi anni, sta facendo passi da gigante e sta consentendo l’introduzione di innovazioni in moltissimi ambiti. L’arrivo del 5G, nei primi mesi del prossimo anno, costituirà un’ulteriore riprova nel momento in cui gli utenti potranno toccare con mano le potenzialità della nuova connessione veloce.

Per lasciare spazio a questa rete, però, è stato necessario operare il trasferimento di alcuni servizi dalle bande di frequenza finora utilizzate a nuove frequenze create ad hoc. E’ il caso del digitale terrestre, che dovrà traslocare verso la nuova banda da 700 MHz liberando le precedenti.

Questo spostamento non sarà funzionale esclusivamente a dare spazio al 5G. Le nuove bande consentiranno di avere un servizio di qualità superiore, aumentando notevolmente il bitrate nella trasmissione.

Materialmente, dunque, questi cambiamenti comporteranno il passaggio dallo standard DVB T al nuovo DVB T2. Questo avrà delle conseguenze rilevanti, soprattutto nell’uso dei dispositivi più datati – che ora, in buona parte, dovranno essere sostituiti.

DVB T2: il passaggio costerà caro agli italiani

La conversione a DVB T2, pur portando innegabili vantaggi, obbligherà molti utenti a sostituire gli attuali dispositivi. Sebbene dal 1° gennaio 2017 sia diventato obbligatorio per gli esercizi commerciali vendere esclusivamente televisori compatibili con lo standard DVB T2, chiunque abbia acquistato una televisione prima di questa data dovrebbe controllarne le specifiche sul sito del produttore.

Qualora esso non risulti compatibile, si potrà scegliere di adottare altre soluzioni. Si potrebbe cambiare televisore, così come anche comprare un decoder DVB T2 HEVC. Se invece il dispositivo supportasse il DVB T2 ma non il codec HEVC (lo standard di compressione video in parallelo con il DVB T2), anche in questo caso bisognerà attrezzarsi munendosi di un nuovo decoder.

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