In un’epoca in cui siamo liberi dal dover acquistare un modem in comodato d’uso per avere un contratto di abbonamento per internet a casa, per chi vuole disdire un rapporto con TIM, Wind Infostrada e Vodafone con incluso l’acquisto del router può costarvi davvero caro. Costi che aumentano in relazione inversa al giorni di stipula del contratto, visto che alcuni utenti hanno testimoniato di aver ricevuto una maxi rata finale di oltre 280 euro.
In realtà quando si cambia o si chiude un contratto c’è la possibilità di rendere il modem, ovviamente pagando una penale, ma almeno si risparmia il costo di tutte le rate residue. D’altronde se siamo in un casa in affitto o di proprietà e vogliamo cambiare residenza, gli operatori permettono di traslocare l’offerta in corso senza pagare i costi di disdetta. Ma l’interruzione netta può comunque comportare delle maxi rate sul modem.
Sull’argomento viene in aiuto AGCOM, le cui norme sostengono il diritto degli utenti a restituire il modem senza costi ulteriori: purtroppo però molte delle norme sancite sono ancora in corso di dibattimento al Tar del Lazio
da parte degli operatori. A complicare la situazione ci si è messa anche una sentenza del Consiglio di Stato che ha messo in dubbio la validità delle norme Agcom.Non è chiaro insomma se gli utenti possano esercitare il diritto al modem libero e restituire quelli che sono stati in precedenza abbinati ai contratti degli operatori di telefonia fissa. All’apertura degli operatori come Vodafone e Wind 3, alcuni lettori ci hanno scritto che non sono riusciti a ottenere questa possibilità.
Ad ogni modo se vi arriva una super fattura con costi esorbitanti dovete sempre tentare la strada della contestazione via raccomandata A/R o via e-mail PEC. Chiedete di poter restituire il modem senza pagare maxi rate o costi di disdetta. Se l’operatore insiste, si può aprire una procedura di conciliazione presso un Giudice di Pace, sperando che un giorno il Tar del Lazio non ribalti i diritti acquisiti dai consumatori sul discorso modem libero.