Ormai ci sembra un lontano ricordo e molti di voi potrebbero nemmeno averne mai sentito parlare, ma sono appena passati 20 anni dall’arrivo di una strana e-mail il cui oggetto riportava una dichiarazione d’amore in lingua inglese. Parliamo del virus worm “I Love You”, uno dei più efficaci metodi di attacco hacker in grado di accedere autonomamente ai contatti del vostro computer.
Quando il virus “I love you” fu diffuso in rete nel 2000, in pochissimo tempo infettò quasi 50 milioni di computer in tutto il mondo. All’epoca nessuno aveva la soglia di guardia così alta come oggi sulla ricezione delle e-mail, e quando arrivò un testo con scritto “Per favore controlla la lettera d’amore allegata che ti ho mandato” tutti ci cascarono.
Già vent’anni dal virus I Love You: il worm che infettò milioni di PC
L’allegato presente nella mail conteneva un file con estensione .vbs mascherato da file di testo: una lettera d’amore capace d’infettare il PC della vittima senza che questi se ne accorgesse.
Ancora oggi I Love You viene ricordato dagli storici dell’informatica per la sua efficacia e velocità di attacco, caratteristiche lo hanno reso uno dei Trojan più famosi. La stima dei danni che provocò si aggira sui 10 miliardi di dollari, e tutto partì apparentemente da una casella mail situata in Hong-Kong che diffuse il messaggio d’amore a tutto il mondo. Caddero tutti sotto i colpi di I Love You, anche istituzioni come il Pentagono e il Parlamento britannico.
Sicuramente non è stato il primo worm nella storia ma, senza appello, è stato quello che ha infettato la maggior parte dei computer a livello globale sfruttando a dovere per la prima volta la cosiddetta ingegneria sociale. Da lì in poi il mondo degli hacker non è stato più lo stesso, e ancora oggi la quasi totalità dei malware presenti nell’ecosistema informatico si diffonde grazie a tecniche psicologiche che sfruttano l’ingegneria sociale. I Love You tracciò un percorso giunto fino a noi.