L’8 gennaio è stata fatta chiarezza sulla questione delle banche durante il question time presso la Commissione Finanze del Senato. Il sottosegretario del Ministero dell’Economia Alessio Mattia Villarosa, ha risposto alla domanda che si sono posti la maggior parte degli italiani. Sappiamo che la banca può chiudere i conti degli utenti, ma questa può farlo senza preavviso? Ebbene si.
Sembrerebbe che, in determinate condizioni, gli istituti bancari possano agire bruscamente senza alcun problema. Soprattutto se si va incontro a situazioni come indagini da parte della Guardia di Finanza o della magistratura e il rischio di credito troppo alto.
Banche: quando possono agire senza preavviso all’arresto del conto?
Va detto che la procedura non può avvenire senza che l’istituto bancario in questione non abbia trascritto su una raccomandata (spedita almeno 15 giorni prima) le reali motivazioni. In questo modo il cliente avrà modo di provvedere alla situazione difficile.
Dunque la banca può decidere di pignorare il conto nel caso in cui l’utente in questione è sotto indagine della Magistratura per reati finanziari oppure nel caso in cui non vi siano abbastanza fondi per coprire ordini di pagamento ricevuti.
Il codice civile conferma: “Salvo patto contrario, la banca non può recedere dal contratto prima della scadenza del termine, se non per giusta causa. Il recesso sospende immediatamente l’utilizzazione del credito. La banca però deve concedere un termine di almeno quindici giorni per la restituzione delle somme utilizzate e dei relativi accessori.”
Il codice civile va però integrato col codice del consumo che dice: “Se il contratto abbia ad oggetto la prestazione di servizi finanziari a tempo indeterminato, il professionista può recedere dal contratto. Qualora vi sia un giustificato motivo, senza preavviso, darà immediata comunicazione al consumatore.”