Una nuova soluzione per contrastare germi e batteri è stata sviluppata da LIGC Applications, e non mancano le suggestioni su un suo possibile utilizzo nel contrastare il contagio da Coronavirus.
La pandemia da SARS-CoV-2 ha decisamente stravolto il normale andamento delle vite di moltissimi cittadini in tutto il mondo, a partire dalla Cina – Paese da cui inizialmente era partito il contagio – fino ad arrivare all’Italia, alla Spagna, alla Francia, all’Inghilterra, agli Stati Uniti.
Complice l’aumentata mobilità delle persone, che oggi si muovono in poco tempo da Oriente ad Occidente e viceversa, l’infezione da quello che viene più comunemente definito Coronavirus (anche se questa denominazione andrebbe ad individuare il genere cui questo virus appartiene) si è diffusa rapidamente, correndo da un capo all’altro del globo terrestre. Da ogni parte, oggi, gli scienziati stanno tentando di creare nuovi strumenti che possano arrestarne la corsa. E gli scienziati della LIGC Applications potrebbero esserci riusciti.
La mascherina ha la particolarità di impiegare il grafene, materiale naturalmente antibatterico, con una carica elettrica a bassa tensione, che consentirebbe di respingere il 99% delle particelle, dei batteri e dei virus superiori a 0,3 micron di diametro e l’80% degli elementi inferiori a questo diametro.
Il grafene di cui è composta va ad intrappolare le eventuali minacce, mentre una scarica elettrica a bassa tensione ne scoraggia l’azione, operando così a tutti gli effetti il filtraggio dell’aria alla più alta percentuale mai ottenuta da questo genere di soluzioni (le mascherine N95 attualmente in commercio garantiscono “solo” il 95% di filtraggio)
Sono serviti ben 5 anni di ricerche ininterrotte per raggiungere questo risultato, e alcuni starebbero pensando ad un possibile impiego durante l’emergenza da Coronavirus. D’altra parte, è ancora presto per l’immissione in commercio, pertanto non potrà purtroppo risultare alleato nella lotta al nuovo virus.