Il fitness in Italia è un business assai prolifico. L’incasso annuale ammonta a circa 10 milioni di euro ogni anno. Secondo l’ultimo censimento, che risale al 2017, ci sono 8.814 centri stanziati su tutta la penisola. I centri di cui parliamo sono palestre, centri benessere, impianti sportivi e piscine che a quanto pare coinvolgono ben 20 milioni di italiani.
Chiaramente l’emergenza Coronavirus ha arrecato un danno non indifferente a queste strutture. Chi è il proprietario di tali centri cerca di correre ai ripari in qualche modo per contenere le perdite. A molti clienti è stata fatta la proposta di congelare i propri abbonamenti, per poi riprenderli quando l’emergenza giungerà al termine.
Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, in un’intervista all’Adkronos, ha dichiarato che i clienti sono liberi di non accettare il congelamento dell’abbonamento
e, quindi, possono richiedere il rimborso di parte dell’abbonamento, del quale non possono chiaramente usufruire.Anche il Codacons è entrato in gioco, pubblicando sul suo sito internet il modulo specifico con il quale i clienti possono chiedere i rimborsi in tali centri. Il modulo ha un costo però: due euro.
È essenziale specificare che il rimborso è valido solo per gli abbonamenti mensili ed annuali. Per coloro che hanno acquistato un pacchetto di ingressi, che non aveva una scadenza temporale, il rimborso non è previsto. Inoltre l’Unione Consumatori ci tiene a specificare che è possibile interrompere le rate di un pagamento annuale. Questa soluzione deve essere comunicata alla finanziaria dichiarando la propria impossibilità a frequentare la struttura per “emergenza COVID-19“.