Le banche non sono immuni dalla crisi economica che sta investendo il nostro Paese in questo momento. Il lungo lockdown ha fermato il settore produttivo con il conseguente ristagno dei mercati e la liquidità ha iniziato a scarseggiare fra i cittadini. Tuttavia chi ha dei risparmi da parte ha affidato le proprie speranze alle banche, scegliendo la strada del deposito bancario piuttosto che quella dell’investimento reputandola meno affidabile.
Ma cosa accadrebbe in caso di default bancario? Se anche il sistema di credito dovesse entrare in crisi cosa capiterebbe ai nostri risparmi? E’ quello che i correntisti hanno iniziato a domandarsi dopo il crollo della Borsa e l’aumento dello spread a livello internazionale. Il fallimento delle banche tuttavia non è un evento che accade frequentemente, anzi è piuttosto raro. Inoltre una situazione fallimentare che coinvolge un istituto bancario non è assolutamente equiparabile a quella di una qualsiasi altra azienda, per grande che possa essere. Vediamo insieme perché.
Cosa accade ai nostri risparmi in caso di fallimento bancario?
Qualora le banche vivessero una crisi finanziaria, prima di giungere al completo fallimento tenterebbero alcune strade per la salvezza. Tra queste la fusione con altri istituti di credito, accorpamenti societari o cessione ad altre banche sono tra le rotte più comunemente utilizzate in caso di fallimento. Se nessuna di queste soluzioni dovesse funzionare si attiverebbe la liquidazione coatta che interviene ogni qualvolta si genera uno stato d’insolvenza delle imprese soggette al controllo pubblico. In pratica l’autorità amministrativa nomina un commissario liquidatore che ha il compito di tutelare i correntisti creditori contenendo al massimo i danni sui loro risparmi.
Tuttavia nel 2016 un procedimento disciplinato dall’Unione Europea detto bail-in ha stabilito che le perdite di un fallimento bancario debbano essere sopportate dai soci della banca stessa. Si tratta di un sistema di salvataggio delle banche che prevede il coinvolgimento diretto di azionisti, obbligazionisti e depositanti. Qualora si determinasse una situazione drammatica quanto rara come questa, non tutti i risparmi verrebbero colpiti. Sono esclusi infatti tutti i depositi inferiori ai 100 mila euro e quelli che superano questa soglia verrebbero comunque aggrediti dell’8%.