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Il 5G di TIM, Vodafone e WindTre e i possibili rischi sulla salute

Secondo alcune leggende che si stanno diffondendo sempre di più in tutto il mondo, il 5G sarebbe causa del Coronavirus e di tumori. Le voci sono diventati talmente risonanti che nel Regno Unito, e non solo, è stato appiccato il fuoco ad alcune antenne del 5G, provocandone la conseguente distruzione. Il 5G per ora è ancora in fase sperimentale e molte persone di conseguenza si pongono non poche domande circa la sua eventuale pericolosità.

Sicuramente ci sono dei vantaggi e degli svantaggi per quanto riguarda questa nuova tecnologia, è innegabile. La velocità di trasmissione dati sarà chiaramente velocizzata, tempi di risposta più rapidi e la possibilità di gestire più connessioni contemporaneamente. La velocità del 5G, può raggiungere potenzialmente i 10 Gigabit per secondo.

I contro sono sicuramente le tariffe dei gestori telefonici che potrebbero risultare più costose con la nuova tecnologia. Un altro tassello da segnalare è quello che potremmo avere la percezione che i nostri cellulare sono obsoleti, dato che non possono utilizzare questa nuova funzione.

 

 

5G: i potenziali “rischi” per la salute degli utenti

C’è sicuramente panico attorno al 5G e ai suoi rischi per la salute. Allo stato attuale non è possibile escludere se ci sono o meno potenziali rischi per la salute

. Potrebbero servire anni per arrivare a capire se ci saranno o meno danni. Quello che possiamo certamente dire è che il 5G viaggia su segnali dotati di potenza inferiore ai suoi predecessori, nonostante la frequenza più alta. La capacità di penetrazione nei tessuti umani rimane sempre molto bassa, rimanendo solo agli strati superficiali dei tessuti della pelle  mancando di energia necessaria per causare un danno al DNA.

Ma i timori continuano. Il timore più ricorrente gira attorno al tema più caldo degli ultimi tempi, ossia la correlazione tra 5G e Coronavirus.

In rete purtroppo sta circolando sempre di più questa falsa credenza essendo che l’epidemia è scoppiata a Wuhan e nel Nord Italia, cioè proprio dove è iniziata la sperimentazione del 5G, facendo pensare che ci sia correlazione. Niente di più falso. Basti pensare che l’epidemia si è diffusa anche in paesi come l’Iran dove il 5G non esiste. Non costituisce una prova di legame se due eventi si presentano in contemporanea. Inoltre dovrebbe esserci una associazione che può risultare plausibile anche dal punto di vista scientifico, che non c’è. Come abbiamo detto prima, le onde generate dalla antenne non penetrano nel corpo, quindi non ci sono alterazioni del sistema immunitario.

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Pubblicato da
Christian Savino