Esattamente come le tecnologie, anche le truffe sono soggette ad un certo grado di obsolescenza con il passare del tempo. Questo è invariabilmente determinato dal cambiamento nel target di potenziali vittime e nei mezzi con cui tali truffe vanno ad espletarsi.
Un tempo, ad esempio, era molto più frequente che vi fossero falsi rappresentanti di aziende a girare porta a porta per ingannare i clienti sui pagamenti – soprattutto gli anziani – e vedersi consegnare cospicue somme di denaro. Oggi questa tipologia di truffe è passata ormai in secondo piano, superata dall’avvento del phishing online e via mail.
D’altra parte, negli ultimi mesi un nuovo raggiro si è espanso a macchia d’olio: inventato nel 2015, consiste in un metodo molto sofisticato e complesso per poter rubare denaro dai conti passando attraverso le SIM dei clienti.
Paradossalmente, il meccanismo di questa truffa si basa sull’inasprimento delle norme di sicurezza a protezione dei conti. Dallo scorso settembre, infatti, non è più consentito accedere al conto attraverso il token fisico, ma serve inserire come autenticazione il codice OTP pervenuto tramite SMS sul numero dell’intestatario.
Appare dunque chiaro che, riuscendo a clonare la SIM della vittima, si possa anche ottenere l’ultimo passaggio per l’accesso al conto corrente. La verifica tramite numero telefonico è anche necessaria laddove si avesse smarrito la password d’accesso e se ne dovesse generare una nuova: gli hacker dunque falsificano i documenti per clonare la SIM della vittima e la sfruttano per ottenere una nuova parola chiave per l’accesso al conto dalla banca della vittima.
Prevenire questo tipo di truffe è dunque possibile solo proteggendo i propri dati e non divulgandoli attraverso il web o i canali social.