La reale possibilità che un conto corrente possa essere chiuso in qualsiasi momento sta iniziando a costituire una preoccupazione seria negli utenti. A seguito dell’ampia discussione nata sui pignoramenti degli stessi da parte delle Banche, anche questa incognita si è trasformata in un oggetto di dibattito molto comune ed interessante.
Se fino a qualche anno addietro assumere tale decisione corrispondeva ad un’azione lunga e ricca di burocrazia, ad oggi l’intero meccanismo è stato snellito notevolmente consentendo, di conseguenza, alle Banche di poter ricorrere alla chiusura forzata dei conti senza una precedente delibera giudiziale. Tutto ciò può costituire un rischio per gli utenti/clienti?
Banche e conti correnti: i contratti possono essere estinti improvvisamente, ma solo in determinate situazioni
Rimanere da un giorno all’altro senza conto corrente è pressoché impossibile: sebbene la procedura per tale azione abbia subito modifiche ingenti, i clienti delle banche sono ben lontani dal svegliarsi il mattino e non ritrovarsi più con un contratto.
Appurato che la delibera giudiziale non è più necessaria, bisogna specificare che un altro atto è stato frapposto tra la chiusura del conto ed i clienti ossia un atto di notifica. Ogni istituto di credito interessato ad interrompere il suo accordo con il correntista è obbligato all’emissione di un atto notificante il tutto, il quale potrà assumere validità solo allo scadere di un tempo di 60 giorni.
In ogni caso, per completezza d’informazione, vogliamo rendere noto ai nostri lettori che tale conseguenza può trovare vita solo in due situazioni:
- indebitamento finanziario (conto “in rosso” per tempo prolungato);
- reati finanziari (correntista sotto indagine).