“Siamo a conoscenza di informazioni inesatte condivise online sul 5G. Non c’è assolutamente nessuna prova credibile di un collegamento tra il 5G e il Coronavirus”.
Esordisce così il Department for Digital, Culture, Media and Sport di Londra intervenuto a valle delle accanite proteste che hanno dato libero sfogo alle rimostranze di alcuni cittadini inglesi.
In Italia la situazione ha rischiato di precipitare dopo che gruppi di protestanti hanno accolto con esito favorevole le manifestazioni dei cittadini londinesi. Ebbene non c’è alcun fondato motivo per ritenere il 5G pericoloso
per la salute. La contesa ideologica fa pendere l’ago della bilancia a favore dei Pro dell’innovazione: Sta di fatto che le frequenze in uso dalla nuova rete sono le stesse che ora ci consentono di guardare la TV tramite il Digitale Terrestre. Il segnale non cambia. Credete che dopo anni di esposizione a queste onde il virus avrebbe aspettato tutto questo tempo per diffondersi?In virtù di tali tautologie indiscutibili è innegabile ritenere ingiusta la protesta contro il network di ultima generazione. Piuttosto sarebbe un bene rivalutare il ruolo dei processi industriali che con l’uso di componenti chimiche e legati al carbonfossile producono polveri sottili potenziali responsabili della pandemia vera e propria. Non è un caso, infatti, che l’incidenza maggiore di casi clinici si sia delimitata alle aree del Nord Italia dove maggiore è l’intervento industriale.