Un nuovo leak continua ad alimentare le fantasie dei prossimi acquirenti del nuovo Apple iPhone 12 Pro, top di gamma che dovrebbe discostarsi dai precedenti modelli con migliorie hardware davvero importanti. Dopo avervi parlato delle varie versioni che potrebbero arrivare sul mercato, alcune indiscrezioni ora puntano sul fatto che il pannello del nuovo melafonino possa supportare la frequenza di aggiornamento a 120 Hz.
Una feature che si allinea alle prestazioni degli attuali top di gamma Samsung Galaxy S20 o i nuovi OnePlus 8. Secondo i leaker più accreditati sostengono che lo schermo con questo refresh rate dovrebbe avere diagonali dai 6,1” per il modello Pro standard e 6,7” per iPhone Pro Max. I modelli senza il suffisso Pro rimarranno a un refresh a 60 Hz.
iPhone 12 Pro: come sarà il nuovo smartphone che sfida Samsung
Di iPhone 12 Pro si parla molto anche in relazione al suo comparto fotografico, visto che da poco pare sia confermata la presenza di tre sensori su tutti i modelli prossimi all’uscita: ci saranno un sensore ultra grandangolare, un grandangolare e un teleobiettivo con zoom ottico. Sembra invece che la tecnologia LiDar, ovvero il tool per la messa a fuoco laser che favorirà una stabilizzazione delle immagini più prestante, sarà presente solo sui modelli top della gamma 12.
Per quanto riguarda la tecnologia FaceId, che su iPhone ha conosciuto standard altissimi, pare sarà migliorata con un angolo visivo più ampio così da permettere uno sblocco del dispositivo preciso ma flessibile. C’è chi invece ipotizza che anche Apple si possa conformare al mercato globale con una versione di iPhone con schermo pieghevole, il cui design si possa avvicinare ai vari Motorola Razr e Samsung Galaxy Z Flip.
Ora veniamo alle note dolenti, perché non si riesce a capire quando sarà possibile vedere iPhone 12 o 12 Pro sul mercato. Le probabilità di vederlo in autunno ci sono ma sono ridotte, visto che Apple lascia sempre che siano prima i competitor a esporsi con le novità. Sui possibili prezzi i leaker più accreditati sostengono che potrebbero risultare più bassi degli attuali melafonini.