Del vaccino contro il Covid 19, unica arma di salvezza dal contagio, si parla dall’inizio della pandemia. Una corsa contro il tempo che tanti istituti di ricerca stanno cavalcando per trovare la formula più adatta a sconfiggerlo. Per avere il vaccino sul mercato tuttavia dovremmo aspettare diversi mesi e le notizie sulla modalità di somministrazione sono ancora troppe e confuse. Poco chiare restano anche le informazioni sui contagi da Covid 19 e se il virus stia perdendo o meno il suo potenziale infettivo.
Dalle misure preventive che politica e sanità stanno via via adottando sembra che ne sentiremo parlare ancora a lungo. Ciò che renderà differente la situazione futura da quella attuale e precedente è che tra la popolazione il numero dei guariti costituirà il primo step per costruire l’immunità di gregge. Un potenziale che con il vaccino potrà soltanto aumentare in maniera esponenziale.
Vaccino si, vaccino no: sarà obbligatorio?
Altro motivo di dibattito sulla questione vaccino è dato dalla decisione di renderlo obbligatorio o meno. Secondo l’immunologo Guido Forni che ha rilasciato un’intervista a Radio Cusano Tv Italia, costringere la popolazione a fare il vaccino non sarà necessario. Il professore sostiene infatti che affinché risulti efficace, sarà sufficiente che la maggior parte della popolazione lo faccia. In questo modo, con la maggioranza degli adulti vaccinati si andrà a rafforzare quella immunità di gregge già costituita dai guariti. A questo punto l’esistenza di pochi non vaccinati non conterà nulla ed il virus tenderà a scomparire naturalmente. Così come è accaduto per le malattie esantematiche che negli anni hanno visto affievolire la loro capacità di trasmissione.
Secondo Forni la questione vaccino ha altri aspetti che la complicherebbero. La prima riguarda la disponibilità dello stesso: si ipotizza che almeno inizialmente l’Oms avrà pochissime dosi destinate solo ai paesi ricchi. la conseguenza sarà una corsa all’acquisto che si potrebbe trasformare in una vera e propria lotta. La seconda questione riguarda i tempi di circolazione del vaccino: secondo gli esperti ci vorrà almeno un anno prima che sia certificato.