Il lockdown iniziato l’8 di marzo ha cambiato drasticamente la vita di milioni di persone. Con le restrizioni domiciliari la famigerata “spesa” nei supermercati è stata motivo di preoccupazione per molti cittadini. Considerando che i nuclei familiari sono stati per tutto marzo e aprile costretti a casa ha aumentato il fabbisogno di provviste in maniera importante, portando ad incrementare la richiesta di alcuni tipi di prodotti nei supermercati Italiani.
Su segnalazione dei consumatori e della rinomata Associazione Altroconsumo sono state molte le richieste di chiarimento in merito. A tal punto da costringere l’antitrust ad andare affondo alla questione chiedendone conto alle grandi catene di distribuzione alimentare. La questione è ancora aperta e non si possono dare giudizi ma è alquanto spinosa, aver speculato su prodotti alimentari di prima necessità e per l’igiene come, per esempio, guanti e disinfettanti di ogni genere.
L’antitrust avrebbe richiesto informazioni e chiarimenti alle seguenti catene di distribuzione: Carrefour, MD, Lidl ed alcune cooperative Conad tra cui Conad Sicilia, Conad nord-ovest. Anche alcune cooperative Coop sono oggetto di indagine come Coop Firenze, Coop Tirreno, Coop centro-Italia e Coop Liguria.
Analizzando le catene di supermercati appena citati si potrà notare che non rientrano nell’indagine, fortunatamente, supermercati nelle cosiddette “zone rosse”.Francesco Pugliese, Amministratore Delegato Conad, ha giustificato questa percezione di rialzo dei prezzi da parte dei cittadini con alcuni cambiamenti avvenuti nel modo di fare provviste. Sono stati acquistati soprattutto generi alimentari confezionati che notoriamente hanno prezzi più alti. Questo per evitare i banconi e ridurre i tempi di permanenza nei supermercati. Sempre secondo Pugliese i nuclei famigliari, stando tutti in casa al completo, hanno consumato maggiormente generi alimentari ma hanno risparmiato sui ristoranti e sui pranzi fuori nelle pause dal lavoro, portando il saldo per le famiglie in positivo.