Il 25 maggio riapriranno le palestre, lo ha detto il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. Ma quello che prevede il Decreto emanato dal Ministero dello Sport non rappresenta propriamente la spensieratezza e la gioia di allenarsi, magari in compagnia. Già, perchè le regole saranno ferree e i vincoli molti. A cominciare dai tassativi ed imprescindibili 2 metri di distanziamento tra gli iscritti. Non solo, ci si dovrà presentare nelle palestre già in abbigliamento sportivo pronti per iniziare l’attività, muniti di sacchetti sigillanti nel caso ci si voglia cambiare o spogliare di qualche indumento usato magari inizialmente in fase di riscaldamento.
Le buste sigillanti dovranno essere usate dagli sportivi anche per i propri rifiuti personali. Inoltre, i gestori delle palestre, dovranno creare percorsi differenziati per impedire assembramenti nei luoghi comuni come reception, hall, sale di attesa e percorsi per l’accesso alle attività. Davvero un percorso ad ostacoli impervio e tortuoso dove bisognerà stare attenti ad ogni passo. Ma non è tutto.
Quel che più preoccupa dal punto di vista organizzativo è la quantità di persone che avranno accesso agli impianti. Si procederà, infatti, solo su appuntamento, fino al raggiungimento delle persone che in base ai metri della palestra avranno la garanzia di trovarsi ad una distanza di due metri dagli altri frequentatori. Solo su appuntamento quindi, come dal dentista. Il punto è che il tempo passato in palestra dovrebbe essere per il benessere fisico, svago e pura e spensierata attività ludica.
Se per le palestre più grandi sarà in parte più semplice garantire l’attività fisica, per quelle più piccole potrebbe diventare una vera odissea permettere gli allenamenti a tutti. In tutto questo, i dipendenti delle palestre dovranno dotarsi di mascherine, guanti monouso e sanificare le attrezzature, comprese docce e spogliatoi. È comprensibile che tutto questo verrà fatto per tutelare la salute dei clienti, ma è pur vero che molte piccole realtà incontreranno notevoli difficoltà.