Negli Stati Uniti l’emergenza Covid-19 è ancora nel vivo, e anzi in molti stati il peggio dovrebbe ancora arrivare. Molti servizi sono stati chiusi per cercare di ridurre i contagi, tanti, ma non Amazon. Il colosso ha continuato a lavorare e non senza polemiche sulla sicurezza dei lavoratori i quali non ricevano abbastanza supporto dalla compagnia bilionaria. La situazione sta peggiorando ora che il settimo magazziniere è morto.
Il vero problema attuale, e che in molti stanno sottolineando, è che non si conosce la reale portata dei contagi all’interno degli enormi magazzini di Amazon sparsi per i 50 stati. Non si conoscono i numeri dei contagiati e in realtà neanche il vero dato in merito ai morti, informazioni che la compagnia sta deliberatamente evitando di dare. Le prime informazioni sui decessi sono state dopo che diversi dipendenti hanno iniziato a fare domande. Dopo tutte le pressioni fatte sono stati rilasciati dei numeri parziali.
Purtroppo, Amazon è un servizio a cui milioni e milioni di persone hanno usufruito durante questo periodo di quarantena, anche di più rispetto al solito. Ovviamente ci sono stati molti ritardi nelle consegne, ma l’attività è quasi andata avanti come se tutto fosse normale fuori e a dire il vero, in alcuni paesi sono stati assunti dipendenti extra per poter far fronte alle numerose richieste. Un’ondata di assunzioni dalla proporzioni di 175.000 nuovi magazzinieri.
Le parole di Amazon in merito a tutto questo e alle varie accuse sulla mancata messa in sicurezza dei magazzini: “La nostra principale preoccupazione è garantire la salute e la sicurezza dei nostri dipendenti e prevediamo di investire circa $ 4 miliardi da aprile a giugno in iniziative relative a COVID per ottenere prodotti per i clienti e proteggere i dipendenti.”