A seguito di alcuni controlli del Fisco molti utenti hanno potuto notare mancanza di denaro dal saldo del proprio conto corrente. In tanti hanno pensato si potesse trattare di un errore di procedura oppure del server. Eppure si entra in una posizione scomoda che fa capo ad una nuova manovra concepita dall’Agenzia delle Entrate a tutela del sistema fiscale.
Il tema centrale sono le tasse e più nello specifico il concetto di evasione che mai come in questo periodo sta rivestendo un ruolo così centrale nelle scena economica di un Paese in profonda crisi. Con una stima del PIL in contrazione dal 5 al 12% non c’è possibilità che gli agenti della Guardia di Finanza e delle altre istituzioni creditizie ad essa correlate si possano andare per il sottile. Allo scopo di combattere un fenomeno deleterio si sono messi in atto nuove disposizioni che hanno come punto di chiusura il pignoramento. Ecco perché sul tuo conto potrebbero mancare dei soldi.
Fisco e pignoramento dei soldi dal conto in banca: quando può succedere
Sono tante le ipotesi in cui una consultazione del conto mostra un saldo negativo oppure una mancanza di liquidità bancaria. La procedura di rafforzamento portata avanti dal direttivo Equitalia comporta una serie di cambiamenti epocali nella gestione delle finanze. Senza prevedere più alcun ricorso si limita l’azione dei giudici che non hanno più voce in capitolo nell’ipotesi di prelievo forzoso.
Nel caso in cui un utente non paghi le tasse per mancanza di liquidità o per volontà propria entra in vigore una misura che conta sull’analisi di buoni, conti correnti e carte intestate. Ogni bene sarà profilato con lo scopo di creare uno storico dei movimenti e della disponibilità di denaro. Lo scopo è quello di onorare il debito per le imposte che il contribuente ha contratto per mancato pagamento.
L’interessato, prima dell’entrata in vigore degli effetti della manovra, potrà avere 60 giorni di tempo per procedere di sua spontanea volontà al pagamento. Trascorsi i due mesi di tempo il Fisco si avvarrà dell’opportunità di scandagliare i conti con lo scopo di intercettare fondi disponibili a copertura dei pagamenti. In tutto questo non è ammesso ricorso e si dovrà pagare la quota dovuta in un modo o nell’altro.