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È storia nota che gli utenti americani hanno avviato una class action contro Apple. La motivazione indicata dai consumatori è da ricercare nell’obsolescenza programmata da Cupertino per i vecchi iPhone. Secondo un Giudice Federale della California, l’azienda ha rilasciato degli update per gli smartphone destinati a peggiorare le performance. Questa mossa aveva l’obiettivo di spingere gli utenti ad acquistare un nuovo dispositivo.

Dal punto di vista del colosso di Cupertino invece, gli update avevano una specifica funzione di sicurezza. Le prestazioni erano limitate per evitare di incidere troppo sulla batteria. Le batterie stesse inoltre andavano in protezione spegnendo il device per evitare di surriscaldarsi e danneggiare l’iPhone.

Apple condannata per obsolescenza programmata degli iPhone

Per spegnere sul nascere ulteriori problemi, Apple ha patteggiato accettando di pagare un risarcimento a tutti gli utenti. La cifra si aggira sui 500 milioni di dollari da dividere tra tutti gli utenti danneggiati. Questo significa che il rimborso al singolo utente sarà di appena 25 dollari, una cifra ritenuta “giusta, ragionevole e adeguata” dal Giudice Davila. In alternativa, gli utenti possono chiedere il rimborso delle spese necessarie per sostituire la batteria del device.

Stando alle ultime notizie, la multa ad Apple è confermata, ma per i rimborsi ci potrebbe volere più tempo del previsto. Infatti, a causa dell’epidemia, le parti hanno deciso di rinviare di alcune settimane gli incontri per la definizione degli ultimi aspetti. La nuova decisione finale è attesa per dicembre e gli utenti dovranno aspettare il nuovo anno per far valere i propri diritti.

 

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