La crisi economica che aleggia sul nostro Paese dopo il lungo lockdown fa temere un assalto dei conti correnti da parte dello Stato. La liquidità che l’esecutivo ha messo a disposizione per aiutare le classi lavoratrici in difficoltà sta scarseggiando e questo fa pensare ad un intervento coercitivo sui risparmi. In parole povere lo Stato potrebbe decidere di attingere dai conti correnti attraverso prelievi forzosi, tassa Patrimoniale o Virus tax.
Un’ipotesi che non è da escludere e che vedrebbe il Governo protagonista indiscusso di una tassazione dei grandi patrimoni dove si preleva di più dove c’è più da prendere. Una misura fiscale che purtroppo nei periodi di forte recessione economica sembra diventare la regola. Così fu nel lontano 1992 quando il governo Amato intervenne a sanare il crack finanziario del Paese usando la patrimoniale sui risparmi degli italiani.
Perché l’intervento finanziario dello Stato si rende necessario in tempo di crisi post epidemia.
La fine del lockdown e l’inizio della Fase 2 ha consentito alle aziende di ripartire. Un’inizio faticoso, con la paura di non farcela a rialzare la serranda e con molte attività ancora chiuse. Tra queste un settore colpito è quello della ristorazione dove è difficile per chi lavora riuscire a mantenere il distanziamento sociale previsto in questa fase. Proprio per questo nel decreto Rilancio appena pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale sono rintracciabili misure come la cassa integrazione ed il congedo straordinario.
Lo scopo è quello di sostenere tutte quelle attività per le quali aprire ad un numero limitato di persone rappresenta più un costo che un guadagno. Di fronte a questa situazione il Governo potrebbe quindi intervenire attingendo liquidità dove è più sicuro di trovarla. A confermare la possibilità un intervento forzoso anche l’estate ormai prossima, che vede lo Stato impegnato a rilanciare il settore turistico prima che le strutture ricettive chiudano i battenti.