Tempi duri anche per l’Alleanza Renault Nissan. La pandemia infatti sembrerebbe aver colpito anche le famose aziende: ci saranno tagli per 2 miliardi, la chiusura di molti stabilimenti e il taglio di 20mila posti di lavoro nel mondo.
Il ministro francese dell’economia, Bruno Le Maire (lo Stato è primo azionista con una quota del 15%) ha così commentato l’istante della casa della Losanga parlando di “seria difficoltà finanziaria” e aggiungendo che bisogna agire “urgentemente”, in quanto Renault “può scomparire”.
Auto: in cosa consiste il futuro della società
Tra 4 giorni esatti il gruppo esporrà il suo piano valido fino al 2022. Esso potrebbe portare la chiusura di tre fabbriche di taglia media in Francia, come anche la conversione del sito industriale di Flins (2.600 lavoratori e capacità produttiva di 400mila veicoli all’anno), nel dipartimento delle Yvelines, hinterland di Parigi. Ma Le Maire ha aggiunto che non firmerà assegni incompleti e se Renault cerca aiuti (si è parlato di 5 miliardi) dallo Stato dovrà tutelare il lavoro in Francia. “Flins non deve chiudere”, ha aggiunto il ministro.
Secondo il Canard Enchainé, l’azienda a rischio vuole chiudere quattro siti in Francia (tra cui Flins, Dieppe, Choisy-le-Roi e le Fonderies de Bretagne) entro fine maggio. Secondo alcune fonti, Flins non verrebbe chiuso, ma riconvertito. Lo stabilimento ha ad oggi 2.600 addetti e assembla la piccola elettrica Zoe e la Nissan Micra.
“L’importante è sapere qual è la strategia di Renault nel lungo termine. Come ci garantiscono che un domani le auto elettriche saranno localizzate in Francia, come ci garantiscono che la Francia diventerà il principale centro di produzione mondiale di auto elettriche per Renault”, ha continuato Le Maire. Alla Borsa di Parigi il titolo Renault ha permesso meno del 3%, mentre l’indice Cac 40 ha concluso sulla parità.