News

Immuni: rilasciato il codice sorgente Android e iOS, facciamo chiarezza

Finalmente ci siamo, più o meno. Dopo il rilascio ufficiale delle API per il Contact Tracing da parte di Apple e Google, il Ministero dell’Innovazione, in collaborazione con i ragazzi di Bending Spoons, ha pubblicato su Github il codice sorgente dell’app Immuni, utile a contenere la diffusione dei contagi nel nostro paese. Basata sulla tecnologia Bluetooth low energy, la nuova app permetterà ai dispositivi di comunicare tra loro, utilizzando uno pseudonimo casuale che cambia periodicamente, al fine quindi di registrare tutti i propri contatti quotidiani.

Da una prima analisi del codice, quindi, è emerso quanto affermato in precedenza dal Governo, ovvero che il servizio garantirà l’anonimato di tutti i suoi utenti. Tuttavia, però, c’è qualcosa che non quadra. Scopriamo di seguito maggiori dettagli a riguardo.

App Immuni: il codice sorgente è online ma non convince

Come accennato precedentemente, quindi, nella notte è stato pubblicato online il codice sorgente dell’app Immuni, sia in versione Android

che iOS. Tuttavia, però, dopo una prima analisi del codice iOS, sono emerse alcune incongruenze che non convincono.

All’interno del file README, infatti, è possibile leggere in maniera chiara quanto segue: “Allo stato attuale, l’applicazione punta a servizi di back-end che non sono accessibili pubblicamente e il cui codice sorgente non è stato rilasciato.”. Ciò confermerebbe l’ipotesi secondo cui, almeno in parte, il codice sorgente pubblicato su Github risulterebbe essere “Stubbato”, ovvero con alcune sezioni assenti o diverse da quelle originali.

Non è ancora chiaro se l’app sia già in fase di elaborazione da parte di Apple e Google ma, se così fosse, è chiaro che il codice pubblicato su Github differisce di gran lunga da quello reale. Per chi fosse interessato a dare un occhiata, ecco di seguito i collegamenti ufficiali:

Codice Sorgente app Immuni iOS

Codice Sorgente app Immuni Android

Restate connessi per ulteriori novità a riguardo.

Condividi
Pubblicato da
Alessandro Caperchio