Facebook ha mostrato come funzionerà lavorare da remoto in futuro, il cosiddetto smart working. L’azienda ha fornito una rappresentazione fedele con il supporto della realtà virtuale e mista.
Su twitter, l’azienda ha mostrato display che possono essere spostati e ridimensionati tramite il controllo dei gesti. Inoltre, l’utente può digitare su una tastiera con una barra delle applicazioni virtuale per le scorciatoie, tra cui l’icona di Windows e Facebook. “Stiamo utilizzando diverse configurazioni hardware” ha twittato Bozworth. La realtà virtuale è un contenuto generato dal computer in tre dimensioni in un ambiente digitale, mentre la realtà aumentata – o realtà mista – è un contenuto digitale stratificato su un ambiente del mondo reale, come Pokemon Go. Presto questi concetti potrebbero diventare parte del quotidiano, per lavorare in modalità Smart, ma non solo.
Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, ha dichiarato che la metà della sua forza lavoro probabilmente lavorerà da remoto nei prossimi cinque o dieci anni. “Dobbiamo farlo in modo ponderato e responsabile, quindi lo faremo in modo misurato”, dichiara Zuckerberg. “Ma penso che sia possibile che nei prossimi 5-10 anni – forse più vicino a dieci che cinque – potremmo arrivare a circa la metà dell’azienda che lavora da remoto in modo permanente e non provvisoriamente come in questo periodo”.
Facebook e lo Smart Working: lavorare da remoto potrebbe diventerà realtà per numerose aziende
La società ha anche pubblicato un post sul blog in cui afferma che vorrebbe creare uno “spazio di lavoro potenziato con più schermi personalizzabili, senza i limiti dei monitor fisici”. Utilizzerebbe Passthrough – tecnologia utilizzata sull’hardware con realtà virtuale Oculus di Facebook che consente di “uscire temporaneamente dalla realtà virtuale per vedere una visione in tempo reale del mondo che ti circonda“. Ciò permette alle persone di passare dal mondo reale a quello virtuale con maggiore flessibilità.
La società sta inoltre sviluppando avatar virtuali chiamati Codec Avatars per consentire di creare avatar virtuali realistici di se stessi in modo rapido e semplice. Questo aiuterebbe le connessioni sociali nella realtà virtuale a diventare naturali e comuni come quelle del mondo reale.