Il pignoramento del conto corrente è un argomento molto discusso in questi ultimi mesi soprattutto perché dopo la notizia che il Fisco ha preso il compito svolto da sempre dall’Equitalia, in circolazione ci sono notizie che continuano ad allarmare numerosi utenti. Le notizie in rete non sono sempre veritiera e, a volte, vengono create delle bufale soltanto per creare allarmismo.
A tal proposito, la procedura di pignoramento non è affatto allarmante per i contribuenti perché si tratta di una procedura che non avviene molto spesso. Ecco quali sono i compiti del Fisco e come avviene tale procedura.
Fisco: il pignoramento del conto corrente può avvenire, ma avviene in casi rari
Equitalia ha lasciato il comando al Fisco che ha acquisito dei poteri molto più ampi nel procedere con questa procedura. I consumatori con un conto corrente aperto possono stare tranquilli perché, differentemente da come dicono diverse notizie in rete, il Fisco non può procedere con il prelievo forzato del saldo da un momento all’altro.
Si tratta di una procedura ben studiata e il contribuente in questo caso ha un tempo massimo per decidere in che modo saldare il debito. In particolare, il giudice non è più necessario per legittimare la procedura e il contribuente ha un tempo massimo di ben sessanta giorni per decidere se saldare il debito con una soluzione unica o con una rateizzazione.
Il pignoramento del conto corrente avviene quando il contribuente non ha preso una decisione terminati i sessanta giorni di tempo massimo. Inoltre, è necessario possedere sul conto corrente l’intera somma da saldare per procedere con tale procedura.