Andrea Bocelli, dopo un periodo di riserbo e di gelosa privacy, parla del suo rapporto con il coronavirus. Definisce la sua esperienza con il coronavirus una vera “tragedia”. Nonostante la febbre mai troppo alta e la tosse caratteristica di questo virus, il suo decorso non è mai stato troppo grave e bisognoso di interventi invasivi come per altri pazienti. Il virus, il noto cantante, lo ha sconfitto senza troppi problemi ma la “tragedia”, come l’ha definita lui, l’ha avuta più che altro dal punto di vista psicologico.
“È stata una brutta esperienza. È stato come vivere un incubo perché avevo la sensazione di non avere più il controllo delle cose. Speravo di svegliarmi da un momento all’altro. Questo virus ha messo in ginocchio il mondo intero e io anche oggi non riesco a capirlo, a metabolizzare questa sciagura». Queste le parole di Andrea Bocelli, che ha poi dichiarato come il contagio abbia interessato tutta la sua famiglia. Bisogna dire che Bocelli ha affrontato il coronavirus nel mese di marzo, probabilmente il più buio della storia recente di questo Paese, in cui si contavano tanti decessi e non vi era nessuna cura attuabile.
A circa due mesi dalla fine di questa brutta esperienza, il noto cantante ha deciso di partecipare alla lotta al virus aiutando chi sta ancora lottando. Infatti, nel centro trasfusionale di Cisanello (Pisa), dona il suo plasma ormai immune. Un gesto di grande utilità per chi ha bisogno di plasma ricchissimo di anticorpi contro il covid. Con lui anche la moglie Veronica, insieme nella sperimentazione del plasma autoimmune che vede Pisa, e il suo reparto di malattie infettive, tra i più attivi d’Italia.
Il cantante di Lajatico, nell’intervista rilasciata all’uscita dell’ospedale di Pisa che stiamo riportando, sottolinea come ad oggi secondo lui si può cominciare ad intravedere un cauto ottimismo. Secondo Bocelli, siamo ad un punto in cui ci sono delle cure e il virus sembra indebolito. Questo è il sentore e in fondo lo speriamo tutti, ora resta solo la responsabilità dei singoli cittadini. Usare le giuste accortezze per evitare che si ripetano le tristi giornate di marzo e aprile.