La più classica truffa di chi vende contratti di telefonia torna a tormentare gli utenti, i quali proprio in concomitanza della fine del lockdown sono pervasi da quella voglia di aria fresca che li potrebbe indurre a cambiare di tutto, anche il proprio gestore. I falsi operatori di call center hanno fiutato l’affare in questo periodo e stanno di nuovo proponendo truffe subdole che fanno leva sull’emotività e sull’urgenza del risparmio.
La somministrazione di telefonate da parte dell’operatore del proprio fornitore di linea telefonia è un modo per cogliere l’attenzione della potenziale vittima e agevolare la truffa. I soggetti cambiano, ma neanche troppo, come cambiano il personaggio che devono interpretare. Variano solo i nomi delle società coinvolte: una volta è Tim, una è Vodafone, una è Fastweb, oppure WindTre. E il più delle volte la leva che fa scattare il raggiro sono le rimodulazioni contrattuali.
Nel caso specifico, la variazione dei costi in fattura è una pratica legale che gli operatori possono applicare ai contratti previa adeguata comunicazione ai clienti e regolari modalità di recesso. In molti però non prestano attenzione a queste rimodulazioni tariffarie e rimangono spesso scottati dalla fattura successiva.
Il più delle volte l’operatore prima desta l’attenzione della vittima