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La volontà del Governo espressa con il Decreto Rilancio è quella di sostenere la ripresa economica del Paese ipotizzando anche una pace fiscale che consenta a tutti di ripartire. Si tratta di una maxi riforma che proprio in materia di fisco prevede lo stralcio delle tasse considerate non più esigibili per vari motivi. Con la pace fiscale verrebbero cancellati vecchi debiti che i cittadini hanno contratto con lo Stato e che non sono in grado di sanare.
Lo stralcio delle cartelle esattoriali è già stato realizzato in passato per i debiti di importo inferiore ai mille euro. In questo caso però e vista la grave recessione economica in cui versa il Paese, si pensa ad un maxi stralcio. L’Agenzia delle Entrate fa sapere, dati alla mano, che i debiti non più esigibili sono circa 400 miliardi di euro, pari al 40% delle tasse non riscosse. Di questa quota, 153 miliardi sono relativi a soggetti falliti, 119 miliardi a persone decedute e 109 miliardi a nullatenenti.
In cosa consisterà la maxi riforma fiscale?
La necessità di una sanatoria fiscale prevede più di una misura e, dunque, l’ipotesi della pace fiscale non è l’unica messa in discussione. Una sorta di salvagente riguarderà coloro che pur avendo aderito alla rottamazione ter non sono comunque riusciti a pagare tutte le rate entro dicembre 2019. Per loro il Decreto Rilancio prevede una nuova rateizzazione delle tasse non versate. In pratica non sono più previsti sconti sulle cartelle già emesse ma si potrà far richiesta di dilazionare nuovamente il debito.
Altra agevolazione inclusa nel dl è la sospensione dei termini di pagamento delle cartelle “attive”. Tutti gli avvisi di addebito o di accertamento dell’Agenzia delle Entrate che erano in scadenza dall’8 marzo restano sospesi fino al 31 agosto 2020. Il termine di pagamento ultimo sarà il 30 settembre 2020. Rimane invece in piedi e con scadenza al 16 giugno la prima rata Imu.