La nuova politica di pignoramento del Fisco ha effetto a partire dal mese di Gennaio 2020, quando una discussione in aula ha stabilito la legittimità dei prelievi forzati nei confronti dei clienti che hanno assunto un conto in banca. Si è iniziato a parlare di procedura di esproprio dei beni in caso di rilevata evasione fiscale.
Mentre prima del 2020 era facoltà del cliente appellarsi alla mediazione di un giudice ora tutto ciò non è possibile. Gli agenti di Equitalia, infatti, ottengono il permesso di pignorare beni pecuniari nell’ipotesi in cui il cliente si rifiuti di pagare le tasse in modo spontaneo. Ecco che cosa prevede la nuova manovra fiscale.
Fisco autorizzato a svuotare il tuo conto in banca se serve per pagare le tasse: ecco le ultime novità
Abbiamo parlato del pignoramento immobiliare che in questo nuovo anno è stato reduce da tutta una serie di importanti novità. Ma altrettanti cambiamenti si stanno registrando per quanto riguarda la policy di intervento per i pagamenti delle imposte che se non pagate fanno scattare una notifica prima di attivare la procedura di depennamento dei beni.
Il cliente reticente nei confronti del pagamento ottiene un avvertimento che concede 60 giorni di tempo per il versamento spontaneo del corrispettivo. Trascorsi questi giorni il Fisco agisce direttamente scardinando i profili bancari alla ricerca di carte di credito, conti correnti e prepagate con denaro sufficiente per procedere al pagamento.
Non c’è scampo nonostante molti italiani possano ritenere ingiusta una simile procedura di intervento. Sta di fatto che il debito causato dal mancato versamento delle imposte causa uno squilibrio economico importante. Con una previsione del PIL in contrazione al 12% lo Stato non può permettersi passi falsi. Questo è quanto, per il momento.