L’emergenza coronavirus ha colpito più o meno tutti, alcuni anche in senso positivo. Tra quest’ultimi c’è Amazon e tutti quei venditori terzi che sfruttano la piattaforma di e-commerce. Ovviamente con tutti chiusi in casa, questo genere di servizio è andato alla grande, anche se ci sono stati degli intoppi.
La grande domanda non ha solo intoppato il sistema di consegne, ma ha soverchiato in diversi casi l’offerta. La risposta naturale del mercato è stata un aumento dei prezzi, in alcuni casi lecito e in altri molto meno. Amazon se n’è accorta ed è corsa ai ripari.
La compagnia ha fatto partire dei sistemi in grado di impedire ad alcuni venditori di approfittare dei clienti, ma qualcuno è riuscito a trovare una scappatoia. Più di qualcuno ha iniziato a marchiare i propri prodotti come oggetti da collezione riuscendo a passare oltre i nuovi sistemi di Amazon.
Amazon e i prezzi di rivenditori terzi
Un oggetto collezionabile difficilmente segue i normali ragionamenti di mercato. Il prezzo è molto più soggettivo che oggettivo per questo la piattaforma lascia carta bianca in merito. I rivenditori ne hanno approfitto mettendo prezzi senza senso a tutti quegli articoli che sono andati a ruba durante la quarantena.
Una vasta gamma di prodotti ha visto un aumento anche di oltre il 400%, oggetti sportivi pensati per mantenersi in forma in casa, prodotti elettronici, macchine per il pane e tanto altro ancora. In sostanza, in molti ci hanno marciato, ma per fortuna la quarantena è finita per molti paesi e ora si può sperare di tornare alla normalità, anche se meglio farlo a piccoli passi per evitare un nuovo blocco totale.