I termoscanner comuni sono sensori generali di monitoraggio non adatti alla diagnosi del coronavirus o all’individuazione di persone malate. Detta in questo modo, l’articolo potrebbe concludersi qui. Il punto è che questa dichiarazione iniziale non è frutto della nostra fantasia, ma la dicitura che si trova nelle specifiche di utilizzo dei termoscanner commerciali. La corsa all’acquisto di questi dispositivi di rilevazione termica sta raggiungendo dei livelli folli. La FLIR, maggiore produttrice a livello mondiale, fa sapere attraverso il Washington Post di averne venduti per 100 milioni di dollari solo nei primi tre mesi del 2020.
La FLIR e altre case produttrici, presenti soprattutto in Australia, Stati Uniti e Gran Bretagna, sponsorizzano i termoscanner lowcost come l’unica vera arma mondiale contro una seconda ondata da coronovirus. In realtà sono una mera rassicurazione per i clienti di supermercati e centri commerciali. Se all’ingresso del centro commerciale ci sono i termoscanner significa che all’interno non ci sono malati, l’oppio per i popoli è servito.
Perchè non sono affidabili e come dovrebbero essere
I termoscanner commerciali e di uso comune hanno un margine di errore di 3 gradi o meglio, hanno un grado di accuratezza che sta dentro una finestra larga circa 3 gradi. Se prendiamo ad esempio una temperatura corporea ottimale di 36.5 gradi, potrebbe essere letta da un termoscanner commerciale come 34 gradi oppure 38 gradi. Una stima attendibile del CDC e dell’ECDC lascia intendere che si possono lasciar sfuggire fino al 50% dei casi con termoscanner commerciali.
Per individuare la famigerata “febbre” con precisione ed accuratezza, bisognerebbe usare scanner collegati ad una telecamera a riconoscimento facciale in grado di misurare la temperatura dei vasi lacrimali; il prezzo si aggira intorno ai 30.000 euro. Siamo di fronte, quindi, a grandi aziende mondiali che stanno facendo molto marketing e poca precisione medico-scientifica. Una sorta di disorganizzazione organizzata; la massa trova termoscanner dappertutto e si sente rassicurata.