Uno dei limiti tecnologici del viaggio interstellare è senza dubbio la velocità che riusciamo a raggiungere con i nostri vettori, poiché le sonde e tutti i razzi attuali non sono abbastanza potenti per poter esplorare lo spazio oltre il Sistema Solare in tempi ragionevoli per gli umani. Per questo sono anni che gli scienziati cercano nuove soluzioni, carburanti e tipi di propulsori in grado di avvicinare la velocità della luce, e stavolta la speranza potrebbe essere riposta nel grafene applicato al concetto di “vela solare” già vista con la sonda IKAROS e nel progetto Starshot.
Per chi è a digiuno in materia, le vele solari sono dei pannelli di materiali ultra riflettenti in grado di guadagnare una spinta dalla luce solare o da un laser. Si è già dimostrato che un fotone notoriamente senza massa restituisce alla vela energia quando rimbalza sulla superficie (effetto Doppler). Attualmente la luce solare è impiegata nella naturale correzione delle orbite di alcuni satelliti per aumentare l’orbita di un piccolo satellite, mentre la vela solare della sonda giapponese IKAROS l’ha portata fino a Venere.
Tuttavia il viaggio interstellare è ancora molto lontano come obiettivo
proprio per l’annoso problema della velocità. Basti pensare che la stella a noi più vicina Proxima Centauri dista “solo” 4,3 anni luce, ma per coprire quella distanza con i razzi attuali ci vogliono 30 mila anni! Per questo il grafene potrebbe rappresentare una soluzione ottimale per accelerare i tempi, ma come?