Tra le tante misure previste dal Governo per rilanciare l’economia del Paese dopo la fine del lockdown, si paventa anche la possibilità di un maxi stralcio delle cartelle esattoriali. Voci di corridoio parlano di una riforma fiscale che prevede l’annullamento dei debiti considerati inesigibili per motivi diversi. Un condono che definito pace fiscale, è già stato attuato tempo fa per le cartelle esattoriali di importo inferiore ai mille euro.
Stavolta però sembra trovare conferma una riforma del Fisco che prevede lo stralcio di ben 400 miliardi di debiti degli italiani. A sostenerlo il sottosegretario al MEF del Movimento 5 Stelle, Laura Castelli, che sostiene come un’azzeramento dei debiti consenta a tutti di ripartire. La cancellazione definitiva riguarderà vecchie cartelle esattoriali mai estinte e che al tempo stesso non sono ritenute esigibili. Questi 400 miliardi infatti, sono imputabili a soggetti falliti o deceduti che dunque sono impossibilitati a restituirli.
Perché lo Stato parla di pace fiscale?
Il governo ha espresso la necessità di rimpinguare la liquidità che per varie ragioni è stata compromessa dall’emergenza sanitaria. L’impiego degli ammortizzatori sociali previsti dal dl Cura Italia ha messo le casse dello Stato a dura prova. A tal punto da rendere necessaria una riforma fiscale ipotizzata da diverso tempo. Infatti prima della pandemia già la nuova Legge di Bilancio aveva stabilito un maggiore controllo del gettito fiscale per ripristinare molta della liquidità persa .
Contemporaneamente “ripulire” con un maxi stralcio i debiti considerati inesigibili è sembrato un altro tassello fondamentale. Tali debiti determinano infatti un aggravio dei costi per la gestione del loro recupero che però risultano vani perché applicati su debiti non sanabili. Nella fattispecie dei 400 miliardi in questione, 153,1 miliardi sono appartenenti a soggetti falliti, 118,9 miliardi a soggetti deceduti, 109,5 miliardi a nullatenenti. Appare dunque evidente come solo grazie ad un condono tombale si possa ripartire con il piede giusto per una riforma definitiva del Fisco.