A fronte di una diminuzione dell’evasione stimata in 27,5 miliardi euro si potrebbero proporre nuovi provvedimenti per gli autonomi. La provocazione pone enfasi su un particolare aspetto: durante i mesi del lockdown delle attività l’evasione è scesa da 110 a 82.5 miliardi. Cifre enormi considerando una riduzione del 25% del gettito fiscale dalle casse dello Stato. Tale divergenza pare possa confermare, in via del tutto teorica, che l’evasione sia da imputare proprio agli autonomi. A questo punto ci si chiede: “saranno gli autonomi a pagare la crisi economica?“.
Gli studi condotti dalla CGIA si concentrano sul mancato gettito di bilancio da parte delle attività di vendita dirette con il cliente. Edili, imbianchini, idraulici, elettricisti, orafi, parrucchieri, estetisti, baristi, ristoratori, piccoli commercianti. Pare possano essere queste le categorie a rischio così come sancito per grandi linee da Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio Studi di Mestre:
“Additati da sempre come gli affamatori del popolo, non è da escludere che nei prossimi mesi, quando questa depressione economica sfocerà in una probabile crisi sociale, gli autonomi saranno chiamati a pagare il conto
. In attesa che arrivino i soldi del Recovery fund, quasi sicuramente inizierà una campagna contro gli evasori fiscali, con l’obbiettivo di colpire, in modo particolare, gli artigiani, i commercianti e le partite Iva.”Il fenomeno dell’evasione fiscale va contrastato con ogni mezzo a disposizione. in merito il
segretario della CGIA Renato Mason ha dichiarato:
“Grandi o piccoli che siano, gli evasori vanno perseguiti ovunque si nascondano. Tuttavia, se il nostro fisco fosse meno esigente, lo sforzo richiesto sarebbe più contenuto e probabilmente ne trarrebbe beneficio anche l’Erario. Con una pressione fiscale più contenuta, molti di quelli che oggi sono evasori marginali diventerebbero dei contribuenti onesti. Ricordo che la nostra giustizia civile è lentissima, la burocrazia ha raggiunto livelli ormai inaccettabili e la Pubblica amministrazione rimane la peggiore pagatrice d’Europa. Nonostante queste inefficienze, la richiesta del nostro fisco si colloca su livelli elevatissimi e, per tali ragioni, appare del tutto ingiustificata.”
L’istituto di analisi ha sottolineato come l’evasione fiscale da 110 miliardi si sia mantenuta stabile nell’ultimo decennio a fronte di una pressione economica che colloca l’Italia sul podio più alto della classifica dopo la Francia.
L’Agenzia delle Entrate sta prevedendo ultimamente nuovi strumenti per l’analisi dei conti ed il risanamento del bilancio tramite espropriazione delle utenze bancarie e postali. Eppure si è ancora ad un punto morto.