Dopo averne tanto sentito parlare l’app immuni è finalmente disponibile sugli store dei nostri smartphone. Scongiurata la crisi sanitaria i problemi legati alla pandemia di Covid-19 non sono di certo acqua passata; per limitare il più possibile la diffusione del conteggio è stata lanciata Immuni che avvisa chi l’ha scaricata se è entrato in contato con una persona risultata positiva al virus.
Malgrado le numerose critiche mosse, a torto o a ragione, sulle possibili violazioni della privacy, tanti cittadini italiani hanno preferito la salvaguardia della salute; dopo appena 24 ore sono più di mezzo milione gli utenti ad aver scaricato l’App. Con questi numeri si prende il primato di App più scaricata superando persino colossi come Whatsapp; ad oggi Immuni si trova addirittura al primo posto tra le applicazioni gratuite dell’Appstore.
App Immuni: le critiche alla grafica
Nonostante questa iniziale risposta positiva della popolazione, per il giubilo di Governo e medici, non sono mancate le critiche. Il “Pomo della discordia” in questo caso è la grafica dell’applicazione che a detta di molti propone uno stereotipo sessista.
Il problema sta tutto in un’immagine di famiglia che ritrae, da una parte, il padre intento a lavorare al computer e, dall’altra, la madre dedita ad annaffiare le piante e con il figlioletto ancora in fasce tra le braccia; ad intervenire sul problema addirittura il ministro delle pari opportunità Elena Bonetti. Il ministro ha dichiarato di aver già avuto modo di parlare con la propria controparte per le innovazione tecnologiche, ministro Paola Pisano, che l’ha rassicurata sulla pronta modifica dell’immagine.