Secondo i ricercatori del Los Alamos National Laboratory negli Stati Uniti le reti neurali traggono benefici equivalenti a una buona notte di riposo se esposti ad un analogo “sonno artificiale”. “Siamo affascinati dalla prospettiva di addestrare un processore neuromorfo in modo analogo a come gli esseri umani e altri sistemi biologici apprendono dal loro ambiente durante il proprio sviluppo”, ha dichiarato Yijing Watkins, un informatico di Los Alamos.
La scoperta è di un team di ricercatori impegnati a lavorare su una forma di intelligenza artificiale progettata per imitare il modo in cui gli umani sfruttano la vista. L’intelligenza artificiale è instabile durante lunghi periodi di apprendimento senza supervisione. Infatti, classifica gli oggetti utilizzando le definizioni del dizionario senza avere esempi di riferimento. Se esposto ad uno stato simile a quello del cervello umano durante il sonno, la stabilità della rete neurale
è ripristinata.Un documento dettagliato della ricerca sarà presentato al Workshop Women in Computer Vision a Seattle il 14 giugno. “Il problema si pone in realtà soprattutto quando si tenta di utilizzare processori biologicamente realistici. O quando si cerca di comprendere la biologia stessa”, ha affermato Garrett Kenyon, un informatico di Los Alamos e coautore dello studio. “La stragrande maggioranza dei ricercatori di machine learning, deep learning e AI non riscontrano questo problema. I sistemi artificiali hanno talvolta il lusso di eseguire operazioni matematiche che regolano il sistema nell’insieme, e in modo differente”.