Circa 250 dipendenti Microsoft hanno firmato una lettera indirizzata al dirigente della società chiedendo che intervenga maggiormente a favore del BlackLivesMatter, slogan alla base di importanti proteste che stanno avendo luogo in questi giorni.
Nella lettera si chiede a Microsoft di annunciare ufficialmente il proprio sostegno, annullare i contratti con il dipartimento di polizia di Seattle e le dimissioni del sindaco della città. Intitolata “Il nostro quartiere è stato trasformato in una zona di guerra“, la lettera si concentra sulla risposta della polizia alle proteste. “Rumore dell’elicottero 24 ore su 24, 7 giorni su 7 (…) colpi di pistola e furgoni pieni di forze armate. Abbiamo bisogno di leader per contribuire a colmare questa lacuna, questa disinformazione.” I dipendenti hanno stilato un elenco di suggerimenti che i dirigenti potrebbero prendere in considerazione.
Continuano le rivolte per il BlackLivesMatter anche nelle aziende, alcuni dipendenti Microsoft vogliono maggior sostegno dal CEO
“Condannare l’uso di gas lacrimogeni, proiettili di gomma e simili sui manifestanti. Annullare i contratti Microsoft con il dipartimento di polizia di Seattle e altre organizzazioni di contrasto. Sostenere il defunding e la smilitarizzazione del dipartimento di polizia. Firmare la petizione per le dimissioni del sindaco Durkan. Supportare Black Lives Matter. Attuare una politica formale per istituire la settimana lavorativa di 4 giorni. Garantire che i dipendenti con produttività ridotta a causa del COVID-19 non siano penalizzati nelle revisioni annuali delle prestazioni”, questo e tanto altro. Sebbene l’e-mail originale sia stata inviata per conto di soli 20 dipendenti, si è diffusa rapidamente in tutta l’azienda con altre centinaia che chiedevano di essere inclusi.
La società ha affermato che “continua a impegnarsi apertamente nel dialogo con i dipendenti su queste tematiche importanti”. Microsoft non è la sola società tecnologica a chiedere ai dipendenti maggiori azioni da parte dei leader dell’azienda. I dipendenti di Facebook hanno condannato la decisione della società di non agire contro i post di Donald Trump sulla morte di George Floyd. Inoltre, IBM non svilupperà più software di riconoscimento facciale a seguito delle proteste, perché quella tecnologia discrimina i volti delle minoranze e può essere utilizzata per colpire le comunità di colore.