Il social network Facebook ha recentemente chiesto aiuto ad una società di sicurezza informatica per sviluppare un software grazie al quale l’FBI ha potuto smascherare un utente malintenzionato.
Per scovare un uomo che ha molestato e minacciato decine di ragazzine sul social, Facebook ha pagato una società di sicurezza informatica, chiedendole di sviluppare un software malevolo con cui l’Fbi ha poi potuto smascherare e incriminare il pedofilo. Scopriamo insieme tutti i dettagli.
La storia è del 2017 ed è stata recentemente raccontata dal sito tecnologico Motherboard. Protagonista della vicenda è Buster Hernandez, un 28enne californiano accusato, tra l’altro, di produzione e scambio di materiale pedopornografico, coercizione di minore, estorsione e minacce. L’uomo sfruttava un sistema operativo che preserva l’anonimato, chiamato Tails, per usare indisturbato mail, chat e Facebook
allo scopo di molestare studentesse minorenni.Alle ragazzine estorceva foto e video di nudo minacciandole di morte, di stupro e persino di compiere una strage nella loro scuola, o di bombardarla, nel caso si fossero rifiutate di accontentarlo. Il colosso di Menlo Park per cercare di fermarlo ha pagato una somma di sei cifre ad una società di cybersicurezza, che ha sfruttato una vulnerabilità presente in Tails per creare un software con cui risalire al vero indirizzo IP di chi sta guardando un video.
Un portavoce della piattaforma ha dichiarato: “E’ un caso unico. L’uomo usava metodi così sofisticati per nascondere la propria identità che abbiamo preso la misura straordinaria di collaborare con esperti di sicurezza per aiutare l’Fbi a consegnarlo alla giustizia. L’unico esito accettabile per noi era che Hernandez rispondesse degli abusi sulle giovani ragazze“.