Durante alcune ricerche sulle reti neurali per lo sviluppo di un’intelligenza artificiale alcuni studiosi hanno fatto una scoperta quantomeno curiosa. Lo studio, condotto in un laboratorio di Los Alamos, cerca di riprodurre lo stesso metodo di apprendimento del cervello umano in una macchina.
Come dichiarato dalla ricercatrice Yijing Watkins: “Eravamo affascinati dalla prospettiva di addestrare un processore neuromorfico in modo analogo a come gli esseri umani e altri sistemi biologici imparano durante lo sviluppo dell’infanzia”. Ma durante i test i ricercatori hanno riscontrato qualche problema.
L’intelligenza artificiale che si stanca
Dopo lunghe sessioni di “studio” le reti neurali artificiali diventano instabili perdendo abilita di apprendimento. Per risolvere il problema i ricercatori hanno pensato allo di sotto porre l’intelligenza artificiale a “sessioni di riposo“. Per riuscirci hanno esposto il sistema ad una serie di diversi rumori che possono ricordare le interferenze che solitamente si sento in radio. Dopo qualche tentativo hanno riscontrato i primi risultati; grazie a questi rumori “gaussiani”, con un grande spettro sia delle frequenze che delle ampiezze, le reti neurali artificiali riescano a riacquistare una certa stabilità con il consegnato miglioramento delle capacità di apprendimento.
Partendo da questa scoperta i ricercatori hanno elaborato una teoria; il rumore prodotto per ristabilizzare le reti sinaptiche potrebbe creare lo stesso input creato dalle onde lente che permettono al nostro cervello di riposare durante il sonno. La scoperta verrà ufficialmente presentata a Seattle, nel prossimo convegno Women in Computer Vision. Adesso l’obiettivo è quello di procedere con altri test con altri tipi di intelligenze artificiali che possano accertare la bontà della scoperta