Nonostante quest importante gap generazionale in avanti restano alcuni problemi incentrati soprattutto sul fattore sicurezza. Dopo aver placato gli animi circa la possibilità di un furto dati arrivano nuovi dubbi in merito alla privacy. Ecco quali sono i timori (del tutto infondati) dei cittadini italiani.
Battezzata con il nome di CIEd, la nuova applicazione fornisce una via rapida per la digitalizzazione dei documenti identificativi su supporti elettronici abilitati. Eppure si moltiplicano i timori di una clonazione carta con relativo furto di identità e generalità che può sopraggiungere da un momento all’altro.
Mentre la versione plastica è protetta da un algoritmo di crittografia quella digitale potrebbe essere alla mercé di provetti hacker. I database europei conservano i dati in un server centralizzato a prova di intruso. Possiamo dire lo stesso per i nostri smartphone? Assolutamente sì dopo l’intervento del Ministero dell’Interno a chiarire che non esiste possibilità di clonazione causa presenza di fattori di protezione fisici e digitali come firewall e certificati firmati.
Al momento i feedback per l’app creata dalla zecca dello Stato non sono tantissimi ma si spera in una più grande partecipazione pubblica in un processo che semplifica la vita con funzioni più immediate e sopratutto sicure. Gli utenti, oltretutto, saranno chiamati al rispetto delle norme generali di sicurezza che impongono l’uso di password robuste e condotte volte a mantenere alto il livello di riservatezza dei dati custoditi.