La Stern School of Business School dell’università di New York ha appena pubblicato un prezioso rapporto che racconta l’infernale vita dei moderatori del social network Facebook.
Secondo il rapporto infatti, questi ogni giorno vanno ad analizzare circa tre milioni di contenuti, a loro volta segnalati da sistemi di intelligenza artificiale o direttamente dagli utenti. Ecco i dettagli.
Dalla stima pubblicata dalla NYU, incrociata con le parole del CEO e fondatore della piattaforma, Mark Zuckerberg, si evince che gli errori commessi sui contenuti ammontino a circa 300 mila al giorno. All’interno di un white paper, Zuckerberg aveva infatti ammesso che i moderatori “fanno la scelta sbagliata in più di un caso su dieci“. Il rapporto, ricostruisce nel dettaglio l’origine delle strategie di moderazione e sulla tipologia di contenuti rimossi.
Per esempio, nel primo trimestre di quest’anno quasi il 40% dei contenuti rimossi – esclusi spam e account fasulli, ha riguardato nudi e pornografia, il 25,5% contenuti violenti, l’11% post legati al terrorismo, il 9,6% discorsi d’odio, il 9,3 foto video o testi relativi ad armi e droghe, l’8,6 a pedopornografia e il resto bullismo e autolesionismo. Tranne che in questi ultimi casi, più complessi da intercettare, una percentuale fra l’88 e il 95% è stata intercettata dai sistemi automatici prima che potesse essere visualizzata da un solo utente
.L’aspetto importante è che chi dovrebbe occuparsi di questo lavoro di controllo, viene trascurato. Nel rapporto si legge infatti: “Le piattaforme di social media hanno marginalizzato le persone che svolgono questa mansione, appaltando la maggior parte del lavoro a fornitori esterni“. Facebook, ad esempio, impiega 15mila persone in modo diretto o indiretto, forniti per esempio da colossi come Accenture, Cpl Recruiting o Arvato.
Forbes ha fatto un calcolo approssimativo ma interessante e verosimile: se arrivano loro sulle spalle circa tre milioni di post al giorno, significa che si tratta più o meno di 200 a persona. Di nuovo, vuol dire 25 contenuti all’ora in un turno di circa otto ore. Una situazione che, inevitabilmente, porte con sé un tasso di errore piuttosto elevato e che soprattutto non può dirsi adeguato a una quantità di contenuti diversi.