Nel pacchetto creato per il rilancio della Germania dopo il lockdown legato al Covid, su un totale di 50 miliardi, ben 9 miliardi sono riservati allo sviluppo di tecnologie legate all’utilizzo dell’idrogeno. Già questo dovrebbe dare un’idea di quanto la nazione stia puntando su questo mercato; l’obiettivo è diventare leader non solo nella produzione ma anche nella distribuzione.
Eppure, come conferma una ricerca dell’Università di Oxford, il processo per arrivare alla produzione di un’energia completamente green dall’idrogeno è ancora lungo. La pratica più utilizzata è quella dell’elettrolisi che richiede comunque lo sfruttamento di altre fonti energetiche. In questo campo un ruolo fondamentale potrebbe essere giocato dalle moderne fonti di energia rinnovabili, come gli impianti fotovoltaici e i parchi eolici, tecnologie in cui la Germania è comunque abbastanza in ritardo.
Ecco quindi che la soluzione potrebbe essere il cosiddetto idrogeno blu; l’idrogeno blu è in realtà un’idea molto semplice ma che potrebbe ridurre drasticamente le emissioni di CO2 nell’atmosfera. L’idea è quella di produrre energia dall’idrogeno e di stoccare gli scarti, il CO2 appunto, per evitare che si disperda nell’ambiante, nell’attesa che le tecnologie green raggiungano livelli di competitività da permettere l’abbandono delle fonti più inquinanti.