Con l’arrivo della pandemia del Covid-19 e con il conseguente lockdown cominciato attorno ai primi giorni di marzo 2020, era inevitabile che il traffico internet si incrementasse. A confermare queste ipotesi sono arrivati i dati di Akamai. Secondo quest’ultimo, tra febbraio e marzo 2020 c’è stato un netto incremento del traffico internet del ben 30% rispetto al normale 3%. Questo è ovviamente dovuto al fatto che internet è divenuto prezioso durante il periodo di lockdown, sia per lo smart working, sia per gli studenti, sia per l’intrattenimento.
Conseguentemente al lockdown dovuto alla pandemia del Coronavirus, come già accennato, abbiamo assistito a un forte incremento del traffico internet del 30% nonostante non fossero disponibili nemmeno eventi sportivi. In questa situazione è aumentato di conseguenza anche l’audiance dei vari servizi OOT per l’intrattenimento.
Tuttavia, questo contesto e l’elevata richiesta di contenuti in streaming e dei vari servizi via internet ha comportato anche un aumento degli attacchi informatici e sopratutto della pirateria. Secondo quanto riportato da Piracy Monitoring di MUSO, infatti, durante il lockdown abbiamo assistito ad un aumento del 40% dell’attività di vari siti di pirateria (in Italia e in Spagna l’aumento è stato addirittura del 50%).
A causa dell’attività di questi siti illegali di pirateria, molte operatori ufficiali hanno subito delle grosse perdite. Negli Stati Uniti, ad esempio, si parla di circa 230-560 mila posti di lavoro persi a causa dell’attività dovuta alla pirateria su Internet. Secondo i dati di Akamai, durante il periodo del lockdown ha subito un incremento anche il traffico di Emotet, ovvero un malware molto pericoloso in grado di diffondersi rapidamente in rete e in grado di eludere numerose misure di rilevamento e sicurezza.