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Twitter: raggiunti 170,000 account rimossi in meno di 24 ore

Twitter ha rimosso oltre 170.000 account dalla sua piattaforma. Gli account rimossi erano frutto di una campagna pubblicitaria. Veri e propri bot, quindi account finti, per aumentare i consensi sul social, interagendo con account reali con uno scopo ben preciso.

Inizialmente sono stati rimossi almeno 100.000 account. Il numero continua a crescere. La rimozione di questi account sembra essere ancora in corso, adesso la piattaforma ha quasi raddoppiato il totale di fake trovati e rimossi. Questi account avevano pochi followers o nessuno, sono stati progettati strategicamente per gonfiare artificialmente le statistiche che rilevano il livello di interazione di account reali”, dato che questo spesso determina la visibilità e attendibilità di un account.

Il 78,5% degli account coinvolti non aveva follower. Alcuni account erano utenti legittimi i cui profili potrebbero essere stati hackerati o acquistati. Twitter afferma che gli account interessati twittano principalmente in cinese a favore del governo cinese e sono contrari alle proteste di Hong Kong. Si concentrano anche sulle proteste negli Stati Uniti dopo la morte di George Floyd.

Il caso degli account fake su Twitter: rimossi quasi 200.000 profili falsi creati solo per fare propaganda

L’intenzione è quella di influenzare le idee politiche

dei cittadini secondo l’Australian Strategic Policy Institute che lavora con Twitter sul caso di questi account. Non è la prima volta che qualcuno, anche influente e conosciuto, decide di sfruttare i social a suo favore. Talvolta è persino difficile individuare bot, non sempre è riconoscibile un profilo fake realizzato con un fine specifico lungi dall’essere un account genuino. Tra l’altro, i nuovi utenti su un social network tendono ad avere meno follower di altri, quindi è doppiamente complicato captare quelli che si rivelano bot.

Anche Taiwan e la pandemia del Covid-19 sono oggetto di discussione nei messaggi pubblicati da questi fake su Twitter. I ricercatori australiani hanno affermato che questa strategia per le piattaforme in Occidente è relativamente nuova. Non è la prima volta che succede. Tra l’altro, Twitter, come Facebook e altri importanti siti di social media, sono vietati al momento in Cina. Quindi veicolare le informazioni evitando che siano i bot gli unici a farlo diventa ancor più complesso. La Cina attua da tempo svariate tattiche per modificare le informazioni a suo vantaggio, non che sia l’unico Stato a farlo.

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Pubblicato da
Rosalba Varegliano