I Commercialisti di tutto il Paese sono sul piede di guerra. Motivo? Troppe le scadenze, tasse e tributi concentrate alla fine di giugno. A dir la verità è già da diverso tempo che l’allarme inviato da tutte le associazioni dei commercialisti, Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdcec e Unico all’Agenzia delle Entrate e al Mef restano inascoltate.
Per l’esattezza è circa un mese che le associazioni dei commercialisti chiedono che vengano riordinate le scadenze tributarie, le tasse annuali e le richieste previste dai vari Decreti emessi. Il timore è che alla fine di giugno ci si possa trovare davanti ad un collasso del settore. Già, perchè gli studi professionali, oltre alle normali scadenze delle imposte annuali, si trovano a dover fronteggiare molti altri adempimenti dettati dalla pandemia e dal conseguente lockdown.
Molte scadenze si aggiungono alle consuete scadenze annuali
Come detto, oltre alle classiche scadenze annuali di fine giugno, gli studi professionali si troveranno a dover fronteggiare adempimenti connessi alle misure per la cassa integrazione, le varie richieste riguardanti il Decreto Liquidità e saranno in scadenza anche le misure previste dal DL Rilancio. Tutto questo preoccupante affollamento di scadenze tributarie rischia di generare gravi ripercussioni su professionisti ed imprese.
Come sottolineano le Associazioni di categoria, la situazione rischia di diventare ingestibile ed è stata segnalata già da tempo. Più volte sono state invitate le autorità competenti a prendere atto della grave situazione. La fine di giugno è comunque prossima e vi terremo aggiornati su tutti i risvolti in merito. La speranza è che questa vicenda, dettata dall’improvvisa pandemia, non gravi troppo pesantemente su cittadini e commercianti, rei di affidare le loro preziose scadenze agli studi professionali del settore.