Il timore di essere spiati dal Fisco non è una semplice supposizione dal momento che qualsiasi movimento dei vostri soldi sui conti correnti può essere sottoposto al controllo dello Stato. Così chi credeva di tenere lontano l’occhio indagatore dell’Agenzia delle Entrate sui propri risparmi dovrà ricredersi. Infatti tutti i vostri investimenti bancari, di qualsiasi natura, se legati ai conti correnti possono essere “spiati” dal Fisco. Acquistare azioni in Borsa o comprare titoli di Stato è una scelta personale che però non esclude la possibilità da parte del Fisco di effettuare controlli.
La morsa delle verifiche fiscali è diventata sempre più stretta ed efficace soprattutto dopo l’ultima legge di Bilancio. La volontà dello Stato, in particolar modo in questo momento, è quella di aumentare il gettito fiscale contrastando evasione e riciclaggio. Solo analizzando attentamente le movimentazioni dei risparmi è possibile per lo Stato ripristinare la liquidità persa in questo periodo di recessione economica.
Quali investimenti sono sottoposti al controllo del Fisco?
L’Agenzia delle Entrate può contare su due strumenti che le consentono di controllare fiscalmente i contribuenti: l’Anagrafe Tributaria e l’Anagrafe dei rapporti finanziari. La prima include l’elenco di tutti i redditi posseduti e comprende quelli derivanti dal lavoro subordinato o indipendente oltre che le pensioni. In essa sono elencati anche gli investimenti in azioni, titoli ed obbligazioni e in contratti di locazione. Nella seconda invece sono annoverati tutti i rapporti che il contribuente intrattiene con gli istituti di credito.
Perciò, depositi, libretti, saldi e movimentazioni dei risparmi sono sottoposti a controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate. Viene da sé che qualsiasi azione tracciabile compiuta nei riguardi dei vostri soldi sia sempre verificabile dal Fisco. Del resto, qualsiasi operazione finanziaria si decida di effettuare, è sempre collegata agli istituti creditizi. Basti pensare agli investimenti in azioni o obbligazioni governative. Il semplice collegamento tra il conto corrente ed il proprio conto titoli è inevitabilmente sotto l’occhio scrutatore del Fisco.