Evitare il pignoramento di somme di denaro si configura, in alcune ipotesi, una ragione di vita o di morte per i soggetti intestatari di carte prepagate. Esser stato segnalato come un cattivo titolare, infatti, comporta dei problemi non indifferenti come la possibilità di vedere una propria richiesta d’acquisto negata e dunque un blocco delle azioni in generale; possedere delle carte prepagate che garantiscono l’anonimato del titolare e che si configurano come non pignorabili è, dunque, utile e conveniente.
Rientrare nella categoria dei soggetti che non hanno potuto onorare un debito e, di conseguenza, essere segnalato come un cattivo pagatore induce molti individui alla ricerca di carte “anonime”. La necessità di ricorrere a questa soluzione, quindi, nasce da un semplice fatto ossia che le carte di credito e le prepagate possono essere oggetto di prelievo forzoso
.Come già anticipato, in soluzione di tali problematiche la prospettiva migliore è fornita da le cosiddette carte prive di dati. Cosa sono? Configurabili come carte anonime, le stesse guadagnano tale caratteristica in vista della mancanza del nome del cognome del possessore sulle stesse; conosciute altresì come carte al portatore, le stesse consentono di caricare somme di denaro modeste e dovrebbero essere gettate una volta utilizzate.
Una seconda soluzione, infine, è offerta dal sistema bancario delle carte revolving le quali, invece, prevedono un sistema di pagamento non a saldo ma a rate, posizionando il soggetto titolare in una situazione di debito non con il venditore benché con la banca.